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Odontoiatria pediatrica infantile. Perchè il dentista è una figura importante per il bambino

Odontoiatria pediatrica infantile. Perchè il dentista è una figura importante per il bambino

L’odontoiatria pediatrica è la branca dell’odontostomacologia che si occupa della prevenzione e della terapia delle patologie del cavo orale negli individui in età evolutiva.

In particolare:

  • Prevenzione primaria in relazione alla valutazione del rischio di patologia cariosa;
  • Terapia della early childhood caries o baby bottle syndrome o carie da biberon o carie della prima infanzia (E.C.C.), ovvero delle lesioni cariose multiple e deostruenti ad insorgenza molto precoce, ad andamento rapidamente evolutivo, causate da trasmissione verticale dello streptococcus mutans e da assunzione frequente e prolungata di zuccheri;
  • Terapia conservativa degli elementi decidui e permanenti immaturi, sede di patologia cariosa o di lesioni;
  • Diagnosi precoce e terapia delle erosioni dei denti decidui e permanenti in funzione della presenza assenza di patologia sistemica associata (es. reflusso gastroesofageo, disturbi del comportamento alimentare, malassorbimenti, etc.), che necessitano di approccio interdisciplinare;
  • Terapia della polpa degli elementi decidui e permanenti ad apice immaturo, sede di patologia cariosa o di lesioni traumatiche dei tessuti mineralizzati di origine traumatica;
  • Diagnosi precoce e terapia delle abitudini viziate respirazione orale, succhiamento protratto, deglutizione infantile in un’ottica di interdisciplinarietà;
  • Piccola chirurgia (estrazione di elementi affetti da patologia cariosa o da lesioni di origine traumatica non recuperabili, fenulectomie, estrazione di denti soprannumerari);
  • Riabilitazione protesica in caso di oligo/anodonzia.

Nell’ambito della visita specialistica pediatrica è sempre doveroso un attentato esame obiettivo del cavo orale, per valutare lo stato di salute dentale e delle mucose orali del bambino.

Tale esame diventa spesso difficile in età pediatrica, per problematiche correlate principalmente ai cambiamenti evolutivi del distretto orale del bambino durante la normale crescita. Basti pensare alla permuta dentaria dai 6 ai 14 anni, allo sviluppo psico-fisico in atto, alla difficoltà del bambino a descrivere e localizzare un’eventuale simantomatologia algica ad inquadrarla temporalmente, nonchè all’immaturità immunologica dell’infanzia.

Le problematiche odontostomatologiche in età infantile vanno conosciute, individuate precocemente e gestite con protocolli multidisciplinari, atti ad inserire il bambino in un programma mirato di prevenzione, diagnosi e cura sia di alterazioni dei tessuti duri sia dei tessuti molli orali, con l’obiettivo di soddisfare, secondo i più moderni indirizzi ed in linea con le sollecitazioni poste dalla società, le nuove e diverse esigenze di raggiungere e mantenere la salute orale del bambino.

È pertanto importante la stretta collaborazione tra pediatra, odontoiatria, ortodontista e igienista dentale in modo da uniformare gli interventi collettivi, semicollettivi ed individuali. Diventa, quindi, indispensabile che l’odontoiatra sia aggiornato a riconoscere ed affrontare le patologie orali più frequenti e soprattutto in grado di consigliare e indirizzare, laddove possibile, efficaci interventi di prevenzione diventando così figura privilegiata nell’informazione e nel rapporto genitori- bambino.

La prima visita dal dentista del bimbo

Prima di affrontare qualsiasi intervento operativo, l’odontoiatra che si occupa dell’assistenza dei pazienti in età evolutiva deve necessariamente mettersi in sintonia con la personalità del piccolo paziente, i suoi problemi e le sue paure, giungendo così ad ottenere la sua attenzione, la sua fiducia e quella dei genitori.

Per cercare di controllare l’ansia del paziente, sarebbe bene rendere confortevole ed a misura di bambino la sala d’attesa.

L’odontoiatra con il paziente in età evolutiva deve comunicare in funzione delle caratteristiche individuali, in particolare del grado di maturazione del piccolo paziente, utilizzando strategie psico-comportamentali individualizzate per favorire la piena collaborazione durante la seduta odontoiatrica.

Si devono mettere in atto percorsi per consentire ai genitori ed all’operatore di costruire l’alleanza terapeutica, necessaria per il conseguimento di obbiettivi comuni, atti non solo a risolvere la patologia in fase acuta, ma ad impostare un corretto piano di trattamento, pianificando nel tempo le diverse operatività necessarie al suo completamento e il conseguente follow-up, con il monitoraggio delle abitudini a stili di salute orale domiciliare.

È consigliabile che la prima visita odontoiatrica venga fatta a completamento della dentizione decidua (3-4 anni di età) indipendentemente dalla presenza o meno di problematiche dentali.

Durante la prima visita il bambino ha l’opportunità di prendere confidenza sia con l’ambiente operativo sia con il personale odontoiatrico.

È indispensabile un’adeguata istruzione e preparazione all’accoglienza psicologia del bambino.

È consigliabile che l’ambiente operativo sia “a misura di bambino”, non ansiogeno e tranquillizzante.

Durante la prima visita l’odontoiatra deve valutare lo stato di salute della bocca, dei tessuti duri, dei tessuti molli (gengive e mucose orali) e dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM); controllare che la formula dentaria sia corretta e compatibile con l’età del paziente e che i denti presenti siano sani e in corretta occlusione. Va, inoltre, controllata la presenza di abitudini viziate (il persistere nell’uso del ciuccio e il succhiamento del dito) che possono alterare lo sviluppo armonico dei mascellari.

Durante la prima visita vengono spiegati al piccolo paziente ed ai genitori i principi fondamentali della prevenzione primaria e le eventuali varie fasi del piano di trattamento.

È necessario, inoltre, in fase di prima visita, ottenere il consenso informativo, con atto scritto, dai genitori o da tutori dopo chiara ed esaustiva presentazione del piano di trattamento necessario, di eventuali piani di trattamento alternativi, dei rischi che implica la non attuazione del trattamento stesso, delle possibili complicanze immediate e a distanza che il piano di trattamento comporta, evidenziando, inoltre, la necessità di adottare stili di salute orale domiciliare per il mantenimento dei risultati ottenuti dopo la cura.

Prevenzione della patologia cariosa degli elementi dentari decidui e permanenti.

La patologia cariosa è una malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo, trasmissibile, ad eziologia multifattoriale, che interessa i tessuti duri dentali determinandone la distribuzione. Rappresenta ancora oggi una delle patologie più diffuse nella popolazione generale e in età pediatrica.

Negli ultimi decenni, i paesi industrializzati hanno registrato una riduzione della prevalenza della patologia, anche se recenti indagini epidemiologiche a carattere nazionale hanno evidenziato che la carie è ancora particolarmente presente nei bambini italiani: è emersa, infatti, una prevalenza di circa il 22% di patologia a 4 anni e di circa il 44% a 12 anni.

In Italia, la quasi totale assenza sul territorio di servizi odontoiatrici di comunità rende ancora più difficile l’attuazione di programmi di prevenzione puntuali ed efficaci.

Secondo il diagramma proposto da Keyes nel 1962 e ancora oggi valido, sono necessari tre fattori di rischio fondamentali perché si realizzi la carie:

  1. Flora batterica cariogena;
  2. Una dieta ricca di carboidrati fermentabili;
  3. Ridotte difese dell’ospite.

Le condizioni socio-economiche ed ambientali giocano un ruolo importante nello sviluppo della patologia cariosa, influenzando anche le abitudini correlate alla salute orale, quali l’igiene orale personale e l’igiene alimentare.

L’elevata prevalenza della patologia cariosa nella popolazione infantile italiana ci porta a considerare l’intera popolazione come potenzialmente a rischio di carie e, pertanto bisogna di interventi preventivi di tipo estensivo.

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